Nero Come

Nero Come

domenica 16 luglio 2017

Sinistra e Sinistrati


Ma come è possibile che a sinistra si cerchi ormai senza vergogna di accaparrarsi il posto al sole? E come mai vi sia un tale esodo verso organizzazioni ben più remunerative?! Probabilmente per rispondere in modo puntuale non basterebbe un trattato. Molti sono i motivi e di varia natura. Certo è che probabilmente, la permanenza in quel mondo ben remunerato e noto per dare molte garanzie può veicolare alcune scelte. Ma si sa che i soldi fanno gola a molti e i sinistrati, piuttosto che mollare la poltrona preferiscono allearsi con potente di turno (che sia Regione o municipio non fa differenza … BASTA CHE SE MAGNA, o addirittura si cambia casacca con un salto da vero artista di strada). Dunque meglio ricollocarsi per non restare a piedi e da un palco qualsiasi continuare a inneggiare a presunte rivoluzioni, senza sapere se gli assenti (compagni di lotta) sono passati al nemico o sono agli arresti domiciliari. Insomma c’è chi parla in pubblico di diritti ma difende il proprio teatrino, ops orticello. Non sia mai che dopo le marcette e le occupazioni per difendere gli antichi previlegi, tocchi andare in ufficio di collocamento. Dunque meglio una poltrona in un teatro e allearsi con un prete che rimanere fedeli alla linea. Meglio sinistrati che di sinistra (e in culo alla breccia di Porta Pia)

Ferdinando Adornato tessera FGCI in tasca e con posto di lavoro a L’Unità passerà con Berlusconi prima e con Casini dopo;
Aldo Brandirali passato con Forza Italia uno di quelli che voleva sempre essere un po’più a sinistra degli altri. Leader della microscopica formazione maoista Unione Comunisti Italiani, Brandirali era noto per la sua schizofrenia: espulsioni, sacri testi e culto della (sua) personalità. Anche lui svolterà un po’ di tempo dopo. A Milano infatti sarà consigliere comunale della DC prima e assessore con Forza Italia poi.

Bombacci fu eletto alla Camera due volte e dopo controversie col partito, venne espulso nel 1927. Negli anni ‘30 si avvicinò al fascismo fino ad aderire alla RSI. La fine del percorso, datata aprile 1945, lo vide di fronte ai fucili dei partigiani che poi lo appesero a fianco a Mussolini a piazzale Loreto.

Tito e Stefano Boeri erano tra i maoisti della prima ora. Dei maoisti un po’ borghesi, rampolli di famiglia ricca. Oggi il primo – già consulente di istituzioni “poco maoiste” come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale – da presidente dell’INPS è tra i principali teorici del lavoro a tutele crescenti. Il secondo, architetto tra i più quotati in Europa, ha fatto l’assessore col Pd a Milano nella giunta Pisapia, con deleghe a cultura ed Expo.

Sandro Bondi divenuto anche sindaco comunista in un comune toscano a inizio anni ’90, diventerà l’uomo più fidato di Berlusconi, salvo aver votato la fiducia a Renzi negli ultimi tempi.

Ferruccio de Bortoli, anch’egli direttore del Corriere, era attivo col Movimento Lavoratori per il Socialismo.

Paolo Mieli ex direttore de La Stampa e del Corriere della Sera: militante di Potere Operaio, Mieli fu tra i giornalisti più vicini alle cause della sinistra rivoluzionaria.

Paolo Gentiloni era attivo nel Movimento studentesco e poi ricoprì incarichi dirigenziali nel Movimento Lavoratori per il Socialismo. Prima di diventare premier, Gentiloni collaborò con l’ex sindaco di Roma Rutelli e fu direttore di una rivista ambientalista.

Linda Lanzillotta, Breve trascorso giovanile da maoista fu anche per l’ex ministra oggi nell’ala moderata del Pd dopo esser passata per Scelta Civica di Mario Monti.

Paolo Liguori, altro sessantottino pentito fu l’attuale direttore di Tgcom 24, passato anche per Il giornale di Indro Montanelli. Liguori a fine anni ’70 scriveva per Lotta Continua e era aderente dell’omonima organizzazione.

Gennaro Migliore, C’è un cognome che ormai, a sinistra, evoca prima di ogni altra cosa il senso di tradimento. E’ quello di passato dal Movimento della pantera al G8 di Genova fino all’incarico di capogruppo di Rifondazione Comunista alla Camera. Migliore era uno su cui prima Bertinotti e poi Vendola avevano investito molto, ma a raccogliere i frutti è stato Matteo Renzi che se l’è visto avvicinarsi di mese in mese. Dalla scissione da Rifondazione fino a fare l’ala destra di SEL, da fondare LED fino a entrare direttamente dentro al PD in soli quattro mesi. Ora ricopre il ruolo nell’attuale governo di sottosegretario alla giustizia. Ogni volta che Migliore presenzia in televisione le orecchie gli fischiano e dalle case dei rancorosi militanti di sinistra piovono valanghe di insulti.

Giampiero Mughini scriveva per Lotta Continua: oggi estromesso dall’ordine dei giornalisti, è ricordato più per la sua comparsa in diverse trasmissioni sportive che per le collaborazioni con Libero di Vittorio Feltri e con Il Foglio di Giuliano Ferrara.

Simone Oggionni. Meno noto ma comunque dinamico e rapido nel suo “cammino” è anche lui cresciuto in Rifondazione, come Migliore è stato coordinatore nazionale della formazione giovanile dei Giovani Comunisti fino al 2014, anno in cui si separò dal PRC per entrare nel coordinamento nazionale di SEL. In precedenza Oggionni aveva bazzicato dalle parti delle istituzioni, facendo da “portaborse” ad un consigliere regionale e ad un parlamentare rifondarolo; ora dopo aver disertato assieme ad Arturo Scotto e company la fondazione di Sinistra Italiana, ha fatto un altro passetto a destra ed è in Articolo 1 – MDP, formazione nata dai fuoriusciti del PD che sostengono il governo Gentiloni. Il tutto un po’alla volta, lentamente: perché agli albori era la difesa di Honecker, poi la controversa visita ad Israele con le giovanili degli altri partiti, poi era la richiesta di ricambio nel gruppo dirigente del PRC, poi l’invocazione al rispetto per gli avversari, quindi era il grande partito di sinistra, poi il grande partito del lavoro lo si costruiva con quelli che avevano votato il jobs act (per cui prima invocava rispetto). Il giovanotto ha sempre buone argomentazioni, resta da capire che cosa ci sia di sinistra nel rifiutarsi di votare contro alla legge che re-istituisce i voucher e nel fare da caposaldo del governo Gentiloni.

Mimmo Pinto, il primo deputato disoccupato della storia repubblicana, instancabile militante di Lotta Continua eletto alla Camera nelle liste di Democrazia Proletaria nel 1976 dopo la rinuncia al seggo di Vittorio Foa (partigiano prima, demoproletario poi, iscrittosi al PD prima di morire). Pinto, dopo una legislatura con DP e una coi Radicali che nel 1979 imbarcarono ciò che restava di Lotta Continua, si fece da parte. Salvo tornare in scena negli anni del berlusconismo rampante, candidandosi senza successo nelle file della lista Sgarbi-Pannella che sosteneva il cavaliere. Le ultime notizie su Pinto ci parlano di una condanna a sei anni per disastro ambientale (all’epoca gestiva un consorzio di rifiuti) su cui è poi intervenuta la prescrizione.

Antonio Polito, oggi editorialista del Corriere ha trascorsi nella sinistra extraparlamentare: stava nell’Unione Comunisti Italiani, piccola formazione maoista ultra-ideologica che lo cacciò per essersi recato a praticare uno sport di manifesta estrazione borghese, il tennis.

Gaetano Quagliariello Prima che passasse con Berlusconi nel Polo delle libertà, agli albori della nascente seconda repubblica, la storia dei Radicali passò per le strade della sinistra a sinistra del PCI. Nelle storiche battaglie radicali, dall’aborto al divorzio, dal nucleare al testamento biologico, c’era anche il. Chi ha buona memoria se lo ricorderà molti anni dopo urlare dai banchi del Senato: «Eluana non è morta, è stata ammazzata». Dal testamento biologico all’accanimento terapeutico, accecato sulla via di Damasco.

Chicco Testa uno dei più odiati a sinistra, probabilmente, forse anche per quel carattere un po’spigoloso. Ma il peccato originale ed imperdonabile è soprattutto quello di essere passato dalle file dell’ambientalismo di sinistra che a fine anni ’80 trovava ampio respiro e buoni consensi, a sostenitore dell’energia nucleare. Chicco Testa fondò Legambiente e ne fu presidente, lasciò la presidenza per fare il parlamentare col PCI prima e col PDS poi. E nel giro di una decina d’anni si è trovato a dirigere società come Wind, Sorgenia ed Enel, approdando anche alla presidenza del Forum Nucleare Italiano.

(L’elenco delle persone, da me posto rigorosamente in ordine alfabetico, è tratto da: Gattopardismo dal blog di Gastaldo Paolo che ringrazio cordialmente)


giovedì 16 febbraio 2017

Olè - la vera storia della famiglia Corbelli residente in via Paolini 85 (fine)

Ho rivisto da pochi giorni il mio amico 28cm … In municipio inseguiva una quarantenne con due labbra come rulli compressori. Un politico di vecchia data, di quelli avvezzi allo scranno, di quelli che portano il pisello a destra o al centro o financo a sinistra in base al momento, mi aveva parlato bene delle iperbole linguistiche della romana cittadina. Una che, a suo dire, amava stuzzicare gli uomini di potere. E il mio amico 28 cm, ormai lanciato nel mondo della politica, dove annunciare che un mondo trasparente è davvero facile, si muoveva da tempo come un agente teatrale in cerca di prime donne. Il rullo cittadino, chiappe sostenute da mutande elastiche e tette rifatte all’uopo, sorrideva con gli occhi a cuoricino mentre 28 cm le toccava la spalla con il sorriso beota e sognatore, sempre dritto al bersaglio. Mi è stato riferito che mezza Ostia ha appoggiato il gonfalon vermiglio tra le labbra a rullo. Io non credo a queste cose ed evito di chiacchierare, come una servetta di un teatro infimo, di cose a me sconosciute. Parlare per sentito dire è un inutile esercizio e un lancio di fango vile su una donna che ama riempirsi la bocca di caldo potere maschile. Non so se tra i fortunati ostiensi che hanno beneficiato dei servizi del rullo cittadino vi è anche il mio amico Corbelli. Io intanto mi metto in fila. Per verificare, sia ben chiaro, le veridicità di certe affermazioni, affinché i meriti siano guadagnati sul campo e non sulla carta! Con il gonfalon ben dritto e l’orgoglio di famiglia ben stampato sul viso. Sì, proprio l’orgoglio di anteporre sempre i fatti alle chiacchiere, mi metto in fila con la speranza di poter godere finalmente dei servizi della ciarliera e disponibile cittadina romana, ma dopo il mio amico perché si sa di cosa sono capaci i politici italici davanti a una opportunità. Patriottica o straniera. Maschile o femminile. A ritmo di flamenco o in silenzio. Di questi tempi nemmeno di certi amici, ci si può fidare ed è sempre bene tenerli davanti perché è certo che davanti a un’oppoertunità non si tirano mai indietro. E’ quasi mezzanotte. Rientro al CIM. Nessuna principessa ha baciato il mio gonfalon selvaggio. Non ho il sorriso giusto e parole universali. Ho deciso che prenderò le pasticche. Dormirò a lungo e sognerò. Sognerò così tanto che presto avrò una nuova storia da raccontare al mondo intero con la speranza di non provocare divorzi e separazioni... Olè !!!! 

mercoledì 15 febbraio 2017

Olè - la vera storia della famiglia Corbelli residente in via Paolini 85 - ( IV e penultima scena)

Ascoltai al telefono il mio amico. L’interurbana secondo me gli costò un occhio delle testa ma niente in confronto a quello che lo aspettava a Ostia, suburbio di Roma, provincia dell’impero. In preda al panico, stanco e assonnato, farfugliava dopo una notte passata a rotolarsi tra le lenzuola pagate, e profumatamente, con i fondi europei.
Cosa posso fare? – chiese alla fine.
Fammi sentire un mio amico informatico.
Ti chiamo dall’aeroporto. Tra un’ora.
Ma almeno ti sei divertito?
Altro che. Queste dell’est ne sanno una più del diavolo.
E anche più di te? – risposi io ridendo.
Molto più di me. E’ stato uno scambio culturale davvero di alto livello.
Beh, potrai dire alla flamenchera che le insegni i segreti delle donne dell’Est.
Vaffanculo. E riattaccò.
La bellezza di avere un amico viaggiatore, scopatore, e con poco senso dell’ironia.
L' informatico mi spiegò che poco si poteva fare. Non i cambi di date né cancellazioni.
Ma perché è così preoccupato – mi chiese. E’ bella ricca e intelligente, la flamenchera?
No…niente di ciò. Imbolsita, morta di fame e nemmeno un’aquila di intelligenza.
E che aspetta il tuo amico a mollarla? E’ così innamorato? Perché ci sta insieme?
Nooooo – risposi – non lo è mai stato. Ma non l’ha molla perché è stato colto dal raptus che coglie gli anziani, i falliti e gli uomini di potere.
Cioè?
Ha bisogno di una badante, di una segretaria. In realtà è una che chiacchiera anche quando dorme. Quando ti becca ti racconta tutta la sua vita. Ma lei vive a occhi chiusi. Non vede e non sente e a lui fa comodo una così.  
Beh …allora inventasse …. Inventasse che la ama …e che le mail erano solo comunicazioni di servizio. – disse il tecnico – Ha l’occasione di cambiare vita ma se vuole una badante … auguri da parte mia…
Il mio amico 28 cm se la cavò con poco. Un sorriso dei suoi, tre o quattro menzogne e soprattutto capitolò su un punto: un palcoscenico tutto per lei. Lui, spada ben sfoderata e sorriso ingannatore, avrebbe lottato per regalarle un teatro dove farle rinverdire i fasti di un tempo. Allora sì che avrebbe potuto dare sfogo ai suoi impulsi sessuali mai sopiti nel cesso del teatro mentre donna Corbelli avrebbe ricevuto applausi dalla platea, vivendo come in una bella favola, cornuta e contenta. un matrimonio che avrebbe funzionato a meraviglia... e così... 


martedì 14 febbraio 2017

Olè - La vera storia della famiglia Corbelli residente in via Paolini 85 (scena III)

Quello che non potevo sapere era che Donna Corbelli, la flamenchera abbottata, vedendolo smagrito e sessualmente svogliato aveva mangiato la foglia e con ardito intelletto che mai prima aveva dimostrato, aveva violato il pc del mio amico e trovato la cronologia delle mail che avevamo spedito da casa mia. Non il contenuto, sia chiaro, che il mio amico 28 cm aveva provveduto a cancellare, ma solo le date e gli orari della fitta corrispondenza con la signorina Bocca di Rosa versione Europa dell’est. Altro che rullo di tamburi e chitarre. Narrano i vicini di via Paolini 85 che la Cobelli flamenchera parlò per una notte intera, iniziando a rivangare fin dagli esordi, il mondo della danza che la aveva vista Star e dunque i suoi trascorsi in terra andalusa. Come aveva potuto, omuncolo morto di fame fare a lei, questo affronto? Davvero pensava che i suoi 28 cm fossero sufficienti ? Lei che aveva vissuto a Madrid in una villa con piscina e che per amore si era ridotta a vivere a Ostia, suburbio di Roma, provincia dell’impero? Come aveva potuto, quel pezzente trascinarla nel fango? Come aveva potuto mescolare gli umori e le carni con un zingara di ventisei anni. Quale esperienza poteva avere e cosa faceva quella schifosa che lei non faceva? Lei che aveva vissuto con il miglior ballerino di flamenco di Spagna! Quello che non disse, forse per pietà verso se stessa fu che il ballerino era fuggito con il suo amante, lasciandola sola e abbandonata e con la piscina senz’acqua e soprattutto che la giovane era bella, simpatica e vogliosa, Cosa che intuii dai racconti del mio amico Corbelli. La storia si ripete? Non permetterò che una dell’Est balli sul corpo del mio amor! - urlò infine esausta. Donna Corbelli non te lo permetterà! Stampò la cronologia delle mail del mio amico 28 cm e si preparò all’assalto, anticipando telefonicamente quello che sarebbe stato l’incontro a venire.

domenica 12 febbraio 2017

Olè - La vera storia della famiglia Corbelli residente in via paolini 85 - (Scena II)

Il mio amico Corbelli, “28 cm” come ormai lo chiamavo (ma lui si schermiva, affermando che non arrivava nemmeno alla metà) aveva deciso di scrivere alla bella dell’Europa dell’est dal computer di casa mia. Si sarebbero incontrati da lì a pochi giorni per i soliti scambi culturali finanziati dall’Europa, necessari - mi disse - a far funzionare meglio i rapporti di coppia. E’ risaputo – aggiunse beato – che si parte con un’idea fissa in testa. Lo osservai in silenzio. Non perché non fossi d’accordo, anzi. Era l’idea che i finanziamenti europei si riducessero a una grande ammucchiata, uno scopatoio, una sorta di meeting dell’amore finanziato con i soldi dei contribuenti. Scrivemmo insieme la mail, piena di doppi sensi ma ben attenti a marcare il territorio in cui una amante non deve “aspirare a niente altro”. Ridemmo di questa battuta come due idioti cresciuti a suon di donne e champagne mentre in realtà eravamo (poco) cresciuti a pippe e gazzosa. Lo accompagnai all’aeroporto e gli regalai la consueta scatola di profilattici che chiaramente non aveva potuto comprare da par suo. Solo gomme italiane – dissi. Stavolta sarà uno scambio alla pari. Dai un bacio alla Smilza da parte mia e dille che un biglietto per il trenino è sempre pronto. Mi scrisse un paio di mail. Una di queste riportava la foto di due chiappe da sogno e due parole che erano un programma: Sono mie!!!!. Sorrisi, felice per lui che aveva capito l’importanza degli scambi culturali con l’Europa dell’est. 

sabato 11 febbraio 2017

Olè. La vera storia della famiglia Corbelli residente in via Paolini 85 (Scena prima)

Mentre la signora Corbelli agitava sul palco polpacci da calciatore e glutei ampollosi, tacchi e fisico ottocenteschi, al ritmo forsennato delle chitarre flamenchere, suo marito, nel bagno del centro culturale, rinverdiva le promesse con la belloccia smilza di turno che aveva conquistato con vocaboli soavi. Era quello il suo modo di conquistare. Insieme allo sguardo ingenuo e il sorriso pronto. Già, le parole! Erano il cavallo di battaglia del mio amico Corbelli. Frasi fatte e ripetute sapendo che al saggio di flamenco che teneva impegnato la signora Corbellifianchilarghi, la belloccia sarebbe stata cotta come una bruschetta. Frasi ad effetto, dunque, che disegnavano nell’aria mondi di persone uguali, colori e segni di un mondo che già si intravedevano all’orizzonte, culture che si mischiavano come lingue, umori e godimenti, In realtà quello che si scambiava, in quel cesso, erano solo gli umori e altri liquidi che non sto qui a raccontare. Tutto preordinato fin nei minimi dettagli. Persino la scritta sulla porta che avvisava il malcapitato che il “Guasto sarebbe stato presto riparato” appariva e scompariva ad ogni possibile orizzonte di godereccio pompino. L’azione rivelatasi geniale, era necessaria per far sì che quelle pareti di due per due metri, adibite ad alcova, rimanessero libere per velocizzare la pratica che durava il tempo di una danza. Così la beata avvolgeva di saliva il membro del bel sognatore lasciando che bruciasse gli attimi di un amore che non sarebbe mai stato, mentre la sua compagna bruciava calorie flamenchere sul palco, ignara o quasi dei ritmi, tutt’altro che indiavolati della fortunata belloccia. In fondo era uno scambio alla pari. Lui sopportava le chiacchiere infinite che narravano sempre e solo di memorie in terre andaluse e lei sopportava le sue scappatelle di lingue lontane e universali. Chiaro che si faceva finta di non vedere e non sentire e in questo, il suono delle chitarre fu sempre un alleato. Suoni sul palco, silenzi nel cesso, mani che si agitavano e accarezzavano, piedi che sbattevano e tremavano, bocche che respiravano e lavoravano con sapienza e infine applausi. Lì e là. Tutti sapevano, tutti negavano. Un po’ come in politica. Sarebbe stata per me una situazione simpatica se non fossi stato il cupido o forse dovrei dire il lacchè, involontario del mio amico. Così, dopo ogni esibizione, di flamenco e labiale, il mio amico si presentava dinnanzi ai miei occhi e diceva: “E’ stata una prova fantastica” - frase che avrebbe ripetuto per tutta la serata, sicuro di non sbagliare la destinataria. Ma quello che sottovoce mi chiedeva era : “Quando vai a casa lasci la mia amica al trenino”. Certo rispondevo io perché un favore non si nega a nessuno. Tantomeno al mio amico Corbelli. E’ questa la complicità tra uomini - pensavo. Del resto di ventotto ce ne uno…tutti gli altri… – ripeteva alludendo alle dimensioni del ben distribuito gonfalon selvaggio. E così, con la bocca ancora piena e gli applausi ancora scroscianti (per quali delle due ancora me lo domando) caricavo l’amica smilza sognatrice sul mio carretto a motore e mi dirigevo verso Ostia antica. Fu dopo il secondo saggio di flamenco che dotai la smilza di gomme profilattiche, dopo cioè aver saputo che presto avrebbero fatto un viaggio insieme, verso est e avrebbero goduto l’uno dell’altro. Tirai un sospiro di sollievo finché non venni a sapere che la flamenchera aveva trovato una mail.   

lunedì 4 aprile 2016

Fatti minori e vicende giudiziarie

Fennech nel film: la poliziotta fa carriera
Sudava Nero Come. Come mai prima. Non mi lasciò nemmeno il tempo di un "Ciao". 
“Quello che deve preoccupare – disse il mio amico - è quello che sta succedendo a Ostia. Ecco leggi qua…”
L’articolo era appena uscito su un blog di quattro sfigati che sfidavano il potere PaDronale allertando cittadini e istituzioni: "Ci sono fatti, pur all’apparenza minori che consentono di cogliere in modo netto il senso di alcune vicende giudiziarie. Ci sono ricaduti di nuovo, quelli della Banda del “Circo celestiale”. Hanno gridato allo scandalo alla riuscita di un’operazione di Polizia e sparato le facce del Ciccione di Ostia in prima pagina".
“E io Nero Come ignaro di tutto ho continuato a mangiare crema di noccioline e marmellata annaffiata da latte bianco e freddo”.
“Continuo a leggere” – dissi: … "La cittadina è ormai sempre più cartina di tornasole delle peggiori derive istituzionali. Non si tratta, questa volta, di mettere i sigilli a uno stabilimento grazie al ruspante sindaco e vigile di primavera che poi il magistrato puntualmente non convalida. Non si tratta di operazione di presentazione di libri presso i ciechetti del Teatro del Litorale pronti ad affermare che hanno sempre fatto antimafia e che invece hanno sempre chiuso gli occhi davanti alle malefatte dell’asino in manette... Si tratta…." “Nero non capisco … ma cosa c’è scritto?”
“Continua a leggere” – disse imperioso.
"Si tratta ormai di ricostruzioni tanto drammatiche quanto fantasiose del tentativo di ridurre al silenzio voci fuori dal coro. Finora si è trattato “soltanto” di una a dir poco anomala applicazione di denuncia da parte di una plurindagata per stalking e vari altri reati che però essendo utilizzata dal Partito Democristiano come cacciavite diventa la denuncia per eccellenza".
“Hai preso le pasticche oggi?”
“Leggi qua – disse passandomi il foglio del noto giornale del Partito Democristiano che riportava a tutta pagina il faccione del mio amico.
“Beh, sei famoso…” – dissi.
“Famoso un cazzo. A me non mi ha cercato nessuno. Ma qui dicono che sono stato chiamato dalla sezione D della questura e che la mia pagina Fb è stata chiusa”.
“Beh…le minchiate di questo giornale ormai sono proverbiali. Non a caso le vendite sono crollate”.
“Ma sai di cosa si occupa la sezione D?”
“Reati contro gli animali? Il cervo si è scoperto cornuto?”
“Non mi prendere per il culo – sbottò Nero Come. Si occupa di reati contro i minori e pedofilia. E vorrei sapere cosa centra la diffamazione con la sezione D”.
"Hai violentato qualcuno?"
"No.Giuro"
"Molestato coppiette?
"No".
"Ti sei masturbato?"
"Solo in bagno...ma non è peccato".
"Dipende da quanto lo fai....una volta al mese?"
Il mio amico ciccione rise di gusto. E mi guardò con il solito sguardo con il quale riusciva a farmi sentire un deficiente. Poi aggiunse: "De più".
"Una a settimana?"
"Ma co sto arnese.... de più".
"Una volta al giorno?" - domandai sorpreso.
"Sì ma solo d'estate. Eppoi, lo sai che come me le faccio da solo..."
Aveva ragione. era il segreto inconfessabile degli uomini. Una mano amica è per sempre. E mentre pensavo a queste amene verità Nero Come riprese: "Eppoi mica è facile tenere a bada questi 31 centimetri".
"31? Cazzo!!!! " - esclamai. "Se lo vengono a sapere le donne del litorale ti dovrai nascondere a vita".
"Donne e Pula che mi inseguono. Bella soddisfazione".
"Questioni del cazzo" - replicai. "Ma dimmi perché ti insegue la sezione D della questura ?"
“Avvertimento” – replicò.
“Avvertimento di cosa. Scusa amico mio ma non ti seguo”.
"Marchetta preelettorale al Partito Democristiano?”
"Marchetta?"
“Mi stanno avvisando che se continuerò a dire la verità su Ostia…”
“A chi hai rotto le palle questa volta?”
"Ho messo faccine e like su fb. Non è da uomini con 31 centimetri. Così dice la pula".
"E' un po' poco...  altro?"
Nero Come sorrise. Con quel modo che hanno i bambini e i matti quando commettono qualcosa di giusto e lecito. Poi aggiunse…“Tanto per cominciare a un commissario che passava i documenti a una sua amica. Il commissario Libera e la signora Labbufala”.
“E Libera si è incazzato…”
“Molto. Ma non è colpa mia. Se ti vuoi trombare una donna sposata devi fare attenzione a due cose: che non resti incinta e che non si venga a sapere…”
“Vabbè…andiamo oltre. Sarà l’esame del Dna a stabilire la verità. E non sono problemi nostri ma del marito” – dissi. “E poi? A chi altro hai rotto le palle?”
“Ai soliti – disse lui. Quelli che non vogliono far votare il popolo, quelli che non battono gli scontrini e parlano di legalità nelle spiagge, quelli che hanno il cuore impazzito e traslocano nella notte, quelli della pistola in municipio e della legalità siamo noi”.
“Insomma i soliti amici del Presidente in manette”.
“Sempre loro. Hanno fatto sprofondare Ostia nella melma e adesso vendono libri pieni di minchiate, di errori e informazioni sbagliate. Confondono appelli di cittadini con libri che parlano di Cuba, mischiano fratelli, figli e mogli in un’orgia di informazioni che dimostrano di non aver mai vissuto il territorio. Ma insomma Ostia merita rispetto. Basta con questi personaggi che insabbiano la verità...sempre più oscuri”.
“Ma non sei tu l’oscurato?
“Lo dicono loro. Ma come vedi sono ancora qui e non saranno loro a fermare un ciccione perché non sanno che il popolo di Ostia è con me!!” 
Vide una volante e ricominciò a correre. Salutandomi da lontano mi promise che avrei avuto presto sue notizie e altre informazioni sulla sua vicenda. In quel momento pensai che avrebbe avuto bisogno di doppia razione di pasticche. Ma non ebbi il coraggio di dirlo ad alta voce perché in fondo i matti sono così. A differenza dei presunti normali solo in apparenza alterano la realtà.